martedì 25 febbraio 2020

CoronaVirus. Oltre al rischio pandemia c’è quello di ‘infodemia’ da disinformazione.


di Alessandro Bugelli

Sotto l’aspetto socio-sanitario c’è il rischio di una pandemia. E quello è assodato. I dati non sono confortanti, certo, ma neppure apocalittici, ci vuole dunque molta cautela.

In questa fase ci sguazzano le “teste di cazzo”, coloro che si danno un gran daffare nel mettere in rete, soprattutto nei social network (perché hanno dato voce a migliaia di imbecilli, Umberto Eco docet) una pletora di informazioni, di video, di elucubrazioni che per la maggior parte non servono a nulla, spesso sono spazzatura, spesso non aggiungono nulla a quel che già si sa, ma soprattutto è per la maggior parte dei casi tutta roba falsa.

Si chiama “infodemia”, ed è il fenomeno della disinformazione legata in questo specifico caso alla nuova epidemia da CoronaVirus esploso in questi giorni in rete, con informazioni incontrollate.

Siamo dunque bombardati da un numero incontrollato di informazioni contraddittorie che vanno dalle segnalazioni di nuovi casi ai suggerimenti sulle misure preventive sino a quelli sulle prime cure, dalla svalutazione degli effetti del virus alla loro amplificazione in grado di creare l’effetto “panico” e indurre le persone pensare e muoversi in modo scellerato e inconsulto, tipo lo svuotare gli scaffali dei supermercati, sino alle istruzioni per farsi l’Amuchina in casa.
Si tratta di vere e proprie fake news, estremamente insidiose in quanto verosimili e capaci di seminare confusione tra la popolazione.

Per evitare la diffusione di questo contagio informativo, basta attenersi ad alcune regole-base, semplici ma efficaci, ragionare più con il cervello (che è fatto per quello) che con la pancia:

1)     prima di condividere e diffondere attraverso il proprio account social, chat e app di instant messaging, SI DEVE prestare molta attenzione; a volte, infatti, nella fretta di condividere o fidandosi di chi ci ha inviato un contenuto, diffondiamo anche inavvertitamente notizie false. E ogni notizia falsa che condividiamo si potrà diffondere capillarmente tra i nostri amici e gli amici dei nostri amici. E’ QUELLO CHE IL GENERATORE DI FAKE NEWS VUOLE, DESTABILIZZARE con una lunga catena che può causare confusione, nei casi peggiori rischi e pericoli per la popolazione, influenzando scelte importanti come quelle in materia di salute e di politica, istigare odio a tutto campo, anche distruggere la reputazione di persone;

2)     controllare l’indirizzo della pagina da cui proviene la notizia: spesso capita che siti di fake news utilizzino come escamotage l’avvalersi di indirizzi simili a quelli conosciuti dagli utenti;

3)     controllare l’autore della notizia. Quindi, occorre sempre verificare l’attendibilità dell’autore stesso che ha scritto il post, controllare se ha firmato altri articoli che possono accreditarlo come “conoscitore” del tema o comunque che sia possibile classificare come persona credibile; E’ buona norma NON diffondere notizie di un autore sconosciuto (o catalogato tra gli “amici degli amici”), neppure se il messaggio ci è stato inviato da un amico o da una persona fidata, che conosciamo bene e che sia ritenuto serio;

4)     controllare le fonti, che non sono tutte uguali. E’ importante fare riferimento sempre a quelle attendibili e accreditate. Che però anch’esse non sono MAI esenti dal raccogliere fake new e poi veicolarle. Magari per distrazione, per errata interpretazione, ma non certo per volontà di arrecare danno e destabilizzazione.

Per evitare di trasformare l’allarme sanitario in allarmismo incontrollato è quindi importante che ognuno faccia la propria parte, quella cioè di non lasciarsi contagiare da questa epidemia cognitiva ed avere la consapevolezza che l’epidemia biologica è efficacemente monitorata.
Affidarsi alle notizie ufficiali fornite dalle istituzioni, primi tra tutti, i siti web di Comuni, Regioni e Governo centrale, costantemente aggiornati, si spera, sull’evoluzione dei fatti.

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