Il sodalizio sta
lavorando con impegno per organizzare un incontro con i cittadini di Monsummano
Terme al fine di far prendere coscienza
a tutti della reale portata del problema di salute pubblica derivante
dall’esposizione alle radiazioni elettromagnetiche.
“Siamo in contatto - commenta il presidente del Comitato Alessandro Bugelli – con alcuni medici e ricercatori di alto profilo nazionale ed internazionale affinché possano argomentare la questione con precisione scientifica e soprattutto possano spiegare a tutti noi la realtà di una esposizione continua alle onde elettromagnetiche diffuse dalle Stazioni Radio Base. Stiamo cercando di far collimare gli impegni reciproci proprio per organizzare al meglio l’iniziativa, che deve avere la funzione di informare, cosa che sino ad ora lo fanno in pochi ed anche male”.
Per la salvaguardia della salute pubblica e del
territorio nonché per assicurare alla collettività l’opportunità di
accedere e di offrire servizi anche innovativi ad alta tecnologia, il
Comitato chiede formalmente all’Amministrazione Comunale che affronti con
serietà il problema del futuro posizionamento di apparati radio di telefonia,
ma soprattutto che consideri il ri-posizionamento oppure - se necessaria – l’eliminazione
di questi “luoghi di emissione” di onde elettromagnetiche.
“E’ comunque certo che, in
base ai risultati già oggi disponibili – prosegue Bugelli -nessuno sia in grado di negare che effetti biologici negativi possano
esservi. Per questo, si invoca il “principio
di precauzione”, il quale stabilisce
che l’assenza di una piena certezza scientifica non deve essere usata come una
ragione sufficiente per rimandare decisioni, là dove ci sia il rischio di
effetti seri ed irreversibili. La
IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), nel
Maggio 2011, ha
classificato i campi elettromagnetici di radiofrequenza in Classe 2B, come
possibili cancerogeni sulla base degli studi eseguiti. In più, la Risoluzione del
Consiglio d’Europa del 27 maggio 2011 invita i Paesi Membri a fissare “limiti
cautelativi di esposizione alle microonde per lungo termine in accordo con il
Principio di Precauzione, che non superino gli 0,6 Volt/metro e nel medio
termine ridurre questo valore a 0,2 V/m”. Una riduzione chiesta già dal 2008
dal Parlamento Europeo".
“Chi afferma
che allora si dovrebbe smettere di usare il telefono cellulare – dice ancora Bugelli – ragiona un tanto al metro. Sulla scorta del libero arbitrio, un diritto
di ogni persona, quando non serve lo si può spegnere e non arreca più alcun
danno, mentre l’antenna no, non si spegne mai, continua a emettere onde
elettromagnetiche che entrano in casa tua e nel tuo corpo ogni giorno e ogni
notte e allora diventa impossibile tutelare la salute propria e quella
soprattutto dei bambini, i più indifesi. Da quando l’antenna allo stadio è entrata
in funzione, i miei tre gemelli di quattro anni non li porto più fuori casa a
giocare”.
“Un’Amministrazione Locale deve adottare
criteri cautelativi - conclude Bugelli - pianificare le installazioni in
contraddittorio con i Gestori e le Associazioni o Comitati rappresentanti dei
cittadini, eseguire istruttorie rigorose delle richieste di nuove
installazioni, predisporre controlli sulle installazioni già fatte e sanzioni
per gli inadempimenti, stabilire monitoraggi continui sul territorio,
indennizzare i cittadini che, per ragioni di pubblica utilità, sono costretti a
vivere vicini ad antenne ed hanno i loro immobili svalutati. A Monsummano,
questo, perlomeno, si pensa?”
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