sabato 10 novembre 2012

COMITATO QUARTIERE STADIO STRULLI: IN PREPARAZIONE UN INCONTRO PUBBLICO PER INFORMARE SUL PROBLEMA "ANTENNE"



Il sodalizio sta lavorando con impegno per organizzare un incontro con i cittadini di Monsummano Terme al fine di far prendere coscienza  a tutti della reale portata del problema di salute pubblica derivante dall’esposizione alle radiazioni elettromagnetiche.

Monsummano Terme (Pistoia), 10 novembre 2012 - Il Comitato di Volontariato QUARTIERE STADIO STRULLI sta costruendo, tassello dopo tassello, il format della giornata di incontro con il pubblico - la cui data è da definire -  al fine di informare con la massima coerenza e trasparenza la cittadinanza sulla reale portata del problema legato alla presenza sul territorio degli apparati radio per telefonia mobile, le cosiddette” antenne”, soprattutto per quelle collocate in aree sensibili.

“Siamo in contatto - commenta il presidente del Comitato Alessandro Bugelli – con alcuni medici e ricercatori di alto profilo nazionale ed internazionale affinché possano argomentare la questione con precisione scientifica e soprattutto possano spiegare a tutti noi la realtà di una esposizione continua alle onde elettromagnetiche diffuse dalle Stazioni Radio Base. Stiamo cercando di far collimare gli impegni reciproci proprio per organizzare al meglio l’iniziativa, che deve avere la funzione di informare, cosa che sino ad ora lo fanno in pochi ed anche male”.


Per la salvaguardia della salute pubblica e del territorio nonché per assicurare alla collettività l’opportunità di accedere e di offrire servizi anche innovativi ad alta tecnologia, il Comitato chiede formalmente all’Amministrazione Comunale che affronti con serietà il problema del futuro posizionamento di apparati radio di telefonia, ma soprattutto che consideri il ri-posizionamento oppure - se necessaria – l’eliminazione di questi “luoghi di emissione” di onde elettromagnetiche.

“E’ comunque certo che, in base ai risultati già oggi disponibili – prosegue Bugelli -nessuno sia in grado di negare che effetti biologici negativi possano esservi. Per questo, si invoca il  “principio di precauzione”, il quale stabilisce che l’assenza di una piena certezza scientifica non deve essere usata come una ragione sufficiente per rimandare decisioni, là dove ci sia il rischio di effetti seri ed irreversibili. La IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), nel Maggio 2011, ha classificato i campi elettromagnetici di radiofrequenza in Classe 2B, come possibili cancerogeni sulla base degli studi eseguiti. In più, la Risoluzione del Consiglio d’Europa del 27 maggio 2011 invita i Paesi Membri a fissare “limiti cautelativi di esposizione alle microonde per lungo termine in accordo con il Principio di Precauzione, che non superino gli 0,6 Volt/metro e nel medio termine ridurre questo valore a 0,2 V/m”. Una riduzione chiesta già dal 2008 dal Parlamento Europeo".
                                                                                               
“Chi afferma che allora si dovrebbe smettere di usare il telefono cellulare – dice ancora Bugelli – ragiona un tanto al metro. Sulla scorta del libero arbitrio, un diritto di ogni persona, quando non serve lo si può spegnere e non arreca più alcun danno, mentre l’antenna no, non si spegne mai, continua a emettere onde elettromagnetiche che entrano in casa tua e nel tuo corpo ogni giorno e ogni notte e allora diventa impossibile tutelare la salute propria e quella soprattutto dei bambini, i più indifesi. Da quando l’antenna allo stadio è entrata in funzione, i miei tre gemelli di quattro anni non li porto più fuori casa a giocare”.
“Un’Amministrazione Locale deve adottare criteri cautelativi - conclude Bugelli - pianificare le installazioni in contraddittorio con i Gestori e le Associazioni o Comitati rappresentanti dei cittadini, eseguire istruttorie rigorose delle richieste di nuove installazioni, predisporre controlli sulle installazioni già fatte e sanzioni per gli inadempimenti, stabilire monitoraggi continui sul territorio, indennizzare i cittadini che, per ragioni di pubblica utilità, sono costretti a vivere vicini ad antenne ed hanno i loro immobili svalutati. A Monsummano, questo, perlomeno, si pensa?”

UFFICIO STAMPA

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