Due
giorni gara avvincenti e ricchi di colpi di scena hanno onorato al meglio
possibile il ritorno della gara nel Campionato Italiano Rally, fornendo molte
indicazioni tecniche e sportive, buone ad argomentare le vicende stagionali.
Ritirato
Campedelli, al secondo posto si è piazzato Scandola (Skoda), al terzo Crugnola
(Ford) .
La
gara regionale è andata al livornese di Cecina Riccardo Parri (Peugeot 106
rally).
Portoferraio
(Isola d’Elba-Livorno), 26 maggio 2018 – Il
prestigioso albo d’oro del Rallye Elba si è arricchito di una grande firma,
quest’anno, quella del dieci volte Campione d’Italia Rally Paolo Andreucci, che
ha vinto oggi l’edizione del ritorno della gara alla titolazione tricolore dopo
25 anni.
Il pilota ufficiale di Peugeot Italia, con la
sua 208 T16 R5, affiancato da Anna Andreussi, aveva già corso in passato
all’Elba per due occasioni nel 1993 (anche allora “ufficiale” di Peugeot Italia)
ed ancor prima nel 1988 (nel Trofeo Fiat Uno) e stavolta ha ricominciato a
scrivere il romanzo della gara con un successo che potrebbe rivelarsi assai
pesante per l’economia del suo campionato, avendolo fatto ulteriormente
allungare sulla concorrenza.
Concorrenza che soprattutto nella figura del romagnolo Simone Campedelli ha registrato ancora una battuta a vuoto, con un’altra uscita di scena del pilota della Ford per il secondo errore consecutivo dopo quello della Targa Florio ad inizio mese. Campedelli, andato al comando dalle prime battute di gara, aveva finito la prima giornata davanti a tutti, per poi alzare bandiera bianca durante la sesta prova (la seconda odierna) per aver danneggiato una ruota posteriore, lasciando via libera al rivale, che da parte sua ha compiuto un altro significativo balzo in avanti verso lo scudetto.
Frizzante, la gara elbana, quanto anche incerta
e spettacolare, avendo proposto diversi avvicendamenti nelle posizioni di
vertice, confermando la difficoltà e la tecnicità degli asfalti isolani. Al
secondo posto, ha poi chiuso l’ufficiale Skoda Umberto Scandola, con la Fabia
R5. Il veronese, affiancato da D’Amore, ha tratto il massimo dalla gara elbana,
che ha affrontato per la prima volta ed anche con l’incognita degli pneumatici
D-Mack che sta sviluppando. Scandola ha mantenuto un ritmo di vertice,
concentrato però a tenersi lontano dai guai. La tattica ha funzionato, e seppur
in sofferenza nelle prime fasi di gara, a causa del grande sottosterzo, e poi
per un piccolo problema ai freni riscontrato nella prima metà della seconda
giornata di gara, l’alfiere Skoda ha incamerato una preziosissima seconda
piazza assoluta.
Divertente ed entusiasmante si è rivelata la lotta per l’ultimo gradino del podio, un duello a tre tra il pavese Giacomo Scattolon, con al suo fianco Paolo Zanini (Skoda Fabia R5), Andrea Nucita, in coppia con Marco Vozzo (Hyundai i20 R5) e Andrea Crugnola, assieme a Danilo Fappani su Ford Fiesta R5.
Tutti e tre i contendenti hanno vissuto le loro disavventure nel corso dei due giorni di gara. Il primo ad incontrare la malasorte sul proprio cammino è stato Andrea Nucita: il siciliano, recente vincitore alla Targa Florio, ha pagato dazio subito in avvio, incappando in una foratura sulla prima “piesse” che lo ha attardato di oltre un minuto, costringendolo ad una gara in totale rimonta e sempre con il coltello tra i denti.
Giacomo Scattolon, invece, si è reso protagonista di un’incomprensione con gli addetti alle bandiere nel corso della prova spettacolo, che aveva comportato, per il pilota di Voghera, il percorrere un giro in più del percorso ed una penalità di 30”. Dopo un consulto con la direzione gara, si è arrivati alla decisione di ritirare la penalità ed assegnargli il tempo fatto segnare al termine del secondo giro, naturale conclusione della prova, reinserendolo quindi nei quartieri alti della classifica.
Per Andrea Crugnola si è trattato di una gara
dai due volti: ad una prima giornata positiva, nonostante una lieve toccata nel
corso della PS2, chiusa nella scia del leader temporaneo Campedelli e quasi a
pari merito con Andreucci, si è contrapposta una seconda parte di rally
fortemente condizionata dalla foratura occorsagli nel corso della PS7 “Due
Mari”, che lo ha retrocesso dal secondo posto alla quinta piazza.
Con ancora l’ultima sfida cronometrata, i 22,35 km del secondo passaggio sulla “Due Mari”, la classifica aveva Scattolon al terzo posto, con Nucita a 6”2 e Crugnola a 9”1, distacchi risicatissimi, a lasciare aperta ogni possibilità di risoluzione della contesa. L’ultima sfida, a “celebrare” una gara caratterizzata da continui ribaltamenti di scena, ha nuovamente cambiato le carte in tavola: la dea bendata ha nuovamente voltato le spalle a Andrea Nucita, vittima della seconda foratura della sua gara e costretto a cambiare la gomma in prova, che lo ha fatto sprofondare addirittura fuori dalla top ten.
A fargli compagnia, in questo vortice di sfortuna, Giacomo Scattolon, anche lui attardato da una foratura, fatto che gli ha così strappato quello che sarebbe stato il primo piazzamento a podio in una gara del CIR. Ha così festeggiato Andrea Crugnola, partito con il coltello tra i denti e vincitore della prova: la terza piazza, nonostante la sfortuna patita in mattinata, è quindi finita nelle sue mani.
Scattolon e Crugnola si sfidavano anche per il successo tra i protagonisti del Campionato Italiano Asfalto: i fatti dell’ultima prova hanno pertanto assegnato il successo al varesino, mentre Scattolon è addirittura finito fuori dai primi tre. Sul podio, ad accompagnare Crugnola, sono saliti il lucchese Rudy Michelini, in coppia con Michele Perna su Skoda Fabia R5, ed il molisano Giuseppe Testa, con Massimo Bizzocchi alle note della Ford Fiesta R5, rispettivamente quarti e quinti assoluti nella generale.
Serrati e senza esclusioni di colpi sono stati anche i duelli per le affermazioni nei vari campionati di supporto. Il due ruote motrici ha vissuto sul dualismo tra i trofeisti Renault Riccardo Canzian, in coppia con Andrea Prizzon, e Ivan Ferrarotti, navigato da Giovanni Agnese. Entrambi ai comandi di una Clio R3T, hanno risolto la sfida soltanto al termine dell’ultima speciale, con il più esperto Ferrarotti a beffare di un’inezia il più giovane Canzian. Più attardato il giovanissimo Cristhoper Lucchesi, comunque primattore tra le Abarth 124 Rally RGT insieme al navigatore Marco Pollicino.
Il Campionato Italiano R1 ha visto imporsi Giorgio Cogni, in coppia con Zanni, leader anche del trofeo Suzuki con la Swift R1B. La piazza d’onore se l’è aggiudicata Andrea Scalzotto, affiancato da Cazzador, su un’altra Suzuki Swift R1B, che ha preceduto Simone Rivia, navigato da Maini, per un podio tutto marchiato Suzuki.
Nella classifica riservata alle “signore del
volante” la migliore è risultata Rachele Somaschini, in coppia con Gloria
Andreis su Peugeot 208 R2B. La giovane testimonial della Fondazione per la
ricerca sulla fibrosi cistica ha preceduto la lucchese Giulia Serafini, tornata
ai comandi della Peugeot 106 Rallye N2 e navigata dalla pratese Susanna
Mazzetti. L’equipaggio “familiare” composto da mamma e figlia, Patrizia
Perosino e Veronica Verzoletto, rientrato in gara con il superally, ha
completato il podio con un’altra Peugeot 208 R2B.
Molto sentito a livello locale, il trofeo riservato agli equipaggi elbani ha visto riconfermarsi al vertice Francesco Bettini, che assieme a Luca Acri ha portato la Ford Fiesta R5 fino alla settima piazza assoluta. Walter Gamba, insieme a Giacinto Maggio su Renault Clio S1600, ha chiuso in piazza d’onore, con Alberto Anselmi e Gabriele Gentini a completare il podio. Forte delusione per Andrea Volpi e Michele Maffoni (Ford Fiesta R5), attardati pesantemente sull'ultima prova, ma fino a quel momento secondi ed a ridosso della top ten assoluta.
La gara regionale, in coda al tricolore, dopo tre quarti di sfide in mano al bresciano “Pedro”, con la Hyundai i20 R5, ha visto poi la vittoria del livornese Riccardo Parri, in coppia con Mischi su una Peugeot 106 Rally. “Pedro” ha gettato la spugna per problemi di alimentazione.
L’edizione numero 51 del Rallye Elba va in
archivio con diverse certezze: da quella di avere onorato al meglio il ritorno
nella massima serie tricolore dopo un quarto di secolo, a quello di avere
sentito di nuovo forte l’abbraccio dei tanti appassionati di rally arrivati
sull’isola con i numeri dei vecchi tempi, sino ad arrivare ad essere stato
definito il vero e proprio spartiacque delle vicende di campionato. La
tradizione continua, la storia prosegue ad essere scritta e colorata a tratto
marcato ed a tinte forti.
CLASSIFICA
FINALE (top ten): 1. Andreucci-Andreussi (Peugeot 208 T16 R5) in 1:40'49.1;
2. Scandola-D'Amore (Skoda Fabia R5) a 30.2; 3. Crugnola-Fappani (Ford Fiesta
R5) a 54.8; 4. Michelini-Perna (Skoda Fabia R5) a 1'27.3; 5. Testa-Bizzocchi
(Ford Fiesta R5) a 2'28.9; 6. Scattolon-Zanini (Skoda Fabia R5) a 2'39.1; 7. Bettini-Acri
(Ford Fiesta R5) a 3'21.2; 8. Panzani-Pinelli (Ford Fiesta Evo II R5) a 3'31.1;
9. Dalmazzini-Ciucci (Ford Fiesta R5) a 3'45.7. 10. Pollara-Princiotto (Peugeot
208 T16 R5) a 3’48.1.
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